Spesso, parlando con imprenditori come te, mi rendo conto di quanto sia facile confondere la Brand Reputation con la Brand Image. Anche se apparentemente possono essere molto simili, in realtà fra loro passa un abisso. Lo stesso che passa tra forma e sostanza. Senza quest’ultima, la prima è completamente vuota. Bene, pensando ad ogni imprenditore pugliese con cui mi sono confrontata fino ad oggi, voglio scriverti proprio a proposito di come gestire la Brand Reputation partendo dal territorio e dalle più semplici basi, senza troppi voli pindarici o strategie da capogiro.

Un approccio molto lineare, diretto, concreto che, se attuato dalla maggior parte di noi, potrebbe mettere a tacere una volta per tutte chi ci vede (e ci vuole) come il fanalino di coda del tessuto imprenditoriale italiano.

Prima di arrivare al sodo, e anche oltre, vorrei spendere due parole proprio su cosa è, come si differenzia dall’immagine aziendale e come gestire la Brand Reputation partendo dal territorio in cui vivi.

Adoro, fra le varie letture fatte a questo proposito (e ne ho sciorinate tante), la definizione che ne danno Masini, Pasquini e Segreto, considerandola come una “rappresentazione socialmente elaborata e condivisa della storia e dei risultati passati dell’azienda che ne descrive l’abilità di generare valore (economico e sociale) per i suoi molteplici stakeholder”.

Sostanza, quindi. Impegno concreto. Valore aggiunto dal punto di vista economico e sociale.

Quanto mi piace questa accezione. È la ragione per cui ho scelto la strada dell’imprenditoria: migliorare la vita alla gente, dare un valore sociale a ciò che ho scelto di fare.

La Reputazione Aziendale ha a che fare con le nostre azioni, con il modo in cui trattiamo l’ambiente, riusciamo a rendere sostenibili le nostre risorse, a trattare i nostri lavoratori, a relazionarci al prossimo.

In due parole, ha a che fare con l’impatto che noi e la nostra impresa abbiamo nel contesto in cui viviamo.

Che è tutt’altra cosa rispetto a come la gente ci vede, a come ci percepisce, alla visione che loro hanno di noi, magari completamente fuorviata rispetto alla realtà, nel bene o nel male. In quest’ultimo caso si parla di Brand Image.

Beh, ecco, se a questo proposito, tutto ciò che serve è un bravo markettaro, per tenere alta la propria reputazione serve molto di più. Anche se in molti ti hanno detto che le due cose si accavallano e che basta avere una buona immagine per garantirsi anche un’ottima reputazione.

Caro imprenditore, non è così. Meglio, lo è solo in parte.

Della serie “potresti raccontarla a chi non ti conosce, a target lontani dalla tua sede, che non hanno modo di vedere e ascoltare direttamente ciò che succede nella tua azienda e intorno a questa, ma non puoi darla a bere ai tuoi compaesani. Ai concittadini, a chi vive nella tua regione, magari anche nel tuo Stato. Non puoi camuffare all’infinito azioni dannose, ambienti poco sani, rapporti mal gestiti, superficialità, conseguenze che mettono (addirittura) a rischio la salute di chi vive fianco a fianco con la tua azienda“. No, questo diventa un boomerang che, se all’inizio sfreccia verso l’alto, poi ti torna indietro con pari velocità e potenza, fino a colpirti in pieno volto.

Soprattutto in un momento in cui tutti possiamo dire la nostra sui canali social, spiattellando al mondo intero chi è davvero Tizio o Caio, come si comporta in realtà l’azienda X con i suoi lavoratori o, peggio, quali sono le reali conseguenze delle azioni di Y. Diventa davvero dura far passare ciò che non è per ciò che è.

Allora, a questo punto, mi tornano in mente anche tutte le chiacchierate fatte con i ragazzi che passano dalle mie aule per partecipare ai più svariati corsi di formazione e darsi così la possibilità di crearsi un futuro anche qui. In questa terra così arida di occasioni, così povera di possibilità per i giovani e così bistrattata, anche.

Lo facciamo, ma sappiamo che alla fine saremo al punto di partenza“, come anche “Sì, come no, tanto è la solita fregatura, mi ci hanno mandato i miei a frequentarlo, io da qui me ne sarei andato“. Così dicono.

Non mi credi?

Ti basta fare un giro fra i commenti ai miei ultimi post sui canali social e sul blog della CDQ Formazione, per sondare lo stato d’animo di una intera generazione di giovani pugliesi, volenterosi, che hanno scelto di rimanere per non far morire completamente questa terra, e darla vinta a chi, proprio grazie ai cervelli in fuga, scala il mercato e si fa anche una risata alla faccia nostra.

Non pensi sia un tantino, come dire, umiliante permettere ad altre aziende di usufruire delle potenzialità di un giovane costretto ad allontanarsi, perché qui nessuno gli dà un briciolo di opportunità?

Non pensi sia uno schiaffo all’onore che dovrebbe contraddistinguere ogni persona, oltre che alle abilità di ogni buon imprenditore, permettere che siano altri, grazie alla loro “reputazione” di aziende che assumono, a sfilarti sotto il naso talenti che, se opportunamente indirizzati, possono farti decollare e cavalcare l’onda del mercato?

Io ci ho pensato, tanto, e ci penso ancora, ogni santo giorno, perché rientro fra i giovani che hanno scelto di rimanere, con la fortuna di potermi rimboccare le maniche e avere abbastanza risorse da tirare avanti una mia attività.

E ho scelto di farlo proprio posizionandomi a metà strada fra te e loro, per ispirare i miei coetanei e sollecitarli a darsi una mossa “che qua non viene regalato niente a nessuno” e per svelare a te tutte le occasioni che le Istituzioni Pubbliche ti offrono per svilupparti, crescere, investire meglio, possibilmente, spendendo il meno possibile.

Così, ecco che ti svelo la prima e più importante regola per gestire la Brand Reputation partendo dal territorio: ricominciare ad assumere i giovani.

Dare loro la possibilità di esprimersi, di scoprire e far crescere i propri talenti e farlo nella tua impresa. Perché tu glielo hai insegnato. Perché tu gli hai offerto la più grande ricchezza che un giovane oggi possa desiderare: trovare un lavoro a casa sua, vicino ai suoi affetti, mantenendo le sue radici e contribuendo a far crescere la realtà in cui è nato e cresciuto.

Sì, in barba a ogni operazione di monitoraggio, pianificazione “pulizia dei canali online” dalle notizie che vogliono infangare la nostra reputazione aziendale, questo è lo step più importante per costruirsene una solida.

Anche perché, spiegami, cosa vuoi che interessi ai giovani in cerca di lavoro, quanto fattura quel mega-brand e di quanto sia buono il caffè che servono nella tavola calda aziendale?

Il vero fattore che determina la reputazione aziendale agli occhi di un giovane in cerca di lavoro è la possibilità di inserirsi, di lavorare, esprimersi e crescere, guadagnando ciò che merita. Stop.

È questa la reputazione aziendale che attira i veri talenti che, a loro volta, si fanno un mazzo così (perdona il francesismo) per farsi apprezzare e rimanere, contribuendo in questo modo a far crescere l’azienda che ha scommesso su di loro. Un sottile filo di gratitudine.

Insomma, ecco come gestire la Brand Reputation partendo dal territorio in modo assolutamente semplice.

Sì, grazie, ci hai svelato l’America, ma sai quanto costa assumere lavoratori, oggi? – stai già obiettando.

Certo che lo so, credi non abbia i tuoi stessi problemi?

Solo che, adesso, ho anche una mezza soluzione, anzi, una soluzione per tre quarti, se vogliamo: Apprendistato Professionalizzante.

Una forma di assunzione che ti consente di usufruire di una miriade di agevolazioni finalizzate a farti spendere il meno possibile in vista dell’assunzione di nuove risorse professionali.

In pratica, si tratta di un contratto che vede il giovane apprendista diventare un vero e proprio allievo nella tua azienda, pronto a muovere i suoi primi passi e assorbire tutto ciò che gli trasmetterai, come una spugna. Restituendotelo sotto forma di forza lavoro, nuove idee, freschezza e innovazione, iniziativa.

I vantaggi offerti sono numerosi e spaziano dall’aspetto fiscale a quello contributivo, passando per quello economico e, da oggi, anche formativo.

Sì, sto per darti una grande notizia, infatti.

Grazie al bando della Regione Puglia sull’Apprendistato Professionalizzante, rivolto proprio a te, imprenditore pugliese, la formazione di base e trasversale, obbligatoria per legge e prevista da contratto, è completamente gratuita.

Come vedi, noi della CDQ Formazione non presentiamo solo problemi, ma proviamo a offrirti anche soluzioni molto concrete e costruttive.

Ad esempio, a proposito del Bando sull’Apprendistato Professionalizzante, noi possiamo:

  • predisporre il piano formativo individuale, necessario per la formazione tecnico-professionale;
  • supportarti in tutta la fase di attivazione dell’apprendistato;
  • monitore l’andamento del percorso formativo predisposto per l’apprendista;
  • validare le competenze dello stesso con la predisposizione del libretto formativo;
  • supportarti gratuitamente nella predisposizione dell’istanza di partecipazione al bando della Regione Puglia, permettendoti così di farti risparmiare bei soldini sul lato formazione

Insomma, assumendo con un contratto di apprendistato potrai:

  • beneficiare della formazione gratuita per il tuo apprendista;
  • far crescere un giovane volenteroso del tuo territorio;
  • rafforzare, per questo, il tuo brand sul mercato;
  • beneficiare di tutti i vantaggi economico-contrattuali riservati a questa tipologia di contratti,

SENZA SPENDERE UN CENTESIMO.

Fissa subito un colloquio con noi, chiamando lo 0883885522 o compilando il form in calce alla nostra pagina dedicata all’apprendistato, dove potrai approfondire anche tutti i vantaggi di questa formula contrattuale.

Non credi valga la pena almeno provare a fare la differenza e iniziare a gestire la Brand Reputation partendo dal territorio in cui vivi e offrendo la possibilità a un giovane della tua terra di continuare a crescere dove è nato?

Io credo proprio di sì.

A te la scelta.

Sara Pellegrino – Direttrice CDQ Formazione