Oggi sarò cruda, molto cruda, anche se alla fine troverò il modo di servirti il piatto bello che pronto, cotto e mangiato, come si suol dire. Ho messo “le mani avanti”, perché so che leggendo questo post penserai si tratti dei soliti luoghi comuni su giovani, lavoro, nullafacenza, svogliatezza e bla bla.

Beh, sai, un po’ avresti ragione, anche se, consentimi, dato che i problemi non si risolvono, probabilmente non se ne parla mai abbastanza.

Così, giusto per essere coerente, in questa occasione, ci vado giù pesante, ricorrendo addirittura ad appellativi che, in prima battuta, potrebbero non piacerti, come ad esempio quella dei giovani NEET.

Sai chi sono i giovani NEET?

No?

Seguimi allora.

Neither in Employment nor in Education or Training, ecco chi sono i giovani NEET.

Una definizione che potrebbe riguardare anche te, se rientri in una fascia di età compresa fra i 16 e i 24 anni, e non ti preoccupi di cercare lavoro, men che meno di lavorare, oppure formarti, quantomeno per provare ad “abilitarti” al lavoro.

Spezzo una lancia a tuo favore, partendo dal presupposto che se stai leggendo questo mio post e magari riesci ad arrivare fino alla fine, forse, sei fra quelli che un minimo di interesse nei confronti del lavoro ce l’ha.

Quindi, bene, sei sulla strada giusta.

In caso contrario, continua a leggere perché ho da suonartele di santa ragione.

La definizione che ti ho appena dato e che spiega chi sono i giovani NEET, non è propriamente esaustiva, soprattutto nel panorama italiano. Soprattutto nella fascia d’età che ti ho indicato.

Sostanzialmente, posso dipingerti il profilo di un NEET, come quel ragazzo che, consentimi, ama cazzeggiare dalla mattina alla sera, vive sulle spalle dei propri familiari, è totalmente, come dire, seccato e demotivato dalla vita e dà per scontato che qualunque cosa faccia non serva a nulla. Non troverà mai nulla. Non produrrà nulla.

Più di tutto, ammesso che ci provi, lo costringerebbe una buona volta a prendersi delle responsabilità del tipo: guadagnarsi da vivere, imparare ad amministrare i propri soldi, rendersi indipendente e magari anche uscire dal nucleo familiare per iniziare una vita per conto proprio. Magari mettendone su una propria, di famiglia.

Sfaticati, nullafacenti, bamboccioni, addirittura parassiti. Questi, solo alcuni dei termini che a vario titolo sono stati pronunciati fino ad ora per definire quelli che oggi vengono chiamati giovani NEET.

Così, giusto perché in Italia ci piace tanto edulcorare i concetti rivestendoli con termini e acronimi di derivazione anglosassone. Come se tanto bastasse ad elevarli a livello superiore, meno sprezzante e quasi risolutivo della questione.

Ma quando mai!

Anzi, giusto per mettere la ciliegina sulla torta.

La fascia d’età che ti ho indicato, in realtà, si riferisce a parametri europei, ben più ristretti dei nostri.

Sì, perché, a quanto pare, nel Bel Paese, si tende ad estendere la classificazione NEET a giovani fino a 29 anni, o, addirittura, a 35 anni, se ancora vivono nel nucleo familiare di origine.

Infine, con questo la smetto di darti brutte notizie, il tasso di giovani NEET in Italia è talmente elevato da essere terzi in Europa, solo dopo Grecia e Spagna.

Una medaglia di bronzo che vale quasi il 20% della popolazione italiana, contro l’11% della media europea.

Come la vedi?

No, non c’è nulla di cui essere fieri. Decisamente.

Ok lo so, se ti rivedi nella mia descrizione che spiega chi sono i giovani NEET, e comunque non lo ammetteresti, hai già abbandonato la lettura da un pezzo perché hai riconosciuto il luogo comune di cui sopra: i giovani non lavorano perché non vogliono lavorare, è solo colpa loro, se imparano a darsi da fare, qualcosa, in qualche modo, la recuperano.

Beh, no, tranquillo. Anche se dietro la “classificazione” di giovane NEET si cela questa interpretazione, in fondo, non è ciò che intendo fare. Risolvere tutto dando la colpa a te. Credo che già in troppi l’abbiamo fatto. E se oggi non credi più in nulla e a nessuno, decisamente la colpa non è tua.

Quindi prima di sentirti attaccato, offeso, bistrattato e pronto a querelarmi, aspetta di arrivare alla fine.

Anche perché, chi ti scrive riconosce che i momenti no ci sono. Quelli in cui vuoi solo mollare tutto, spalmarti sul divano e farti imboccare dai genitori a vita. Finiti loro, finito tu.

Ma sappiamo che non è l’atteggiamento giusto, neanche dopo mille porte sbattute in faccia.

Io sono dalla tua parte.

So che dietro l’aver gettato la spugna c’è la convinzione di far parte di un sistema totalmente sbagliato, “che se proprio deve costringermi allo sfruttamento gratuito (o quasi) da parte di altri, tanto vale che non mi veda proprio. Meglio a carico dei miei, anzi, meglio sfruttata dai miei, che almeno sono la mia famiglia.

Parlare di formazione, poi, bah, a che serve, in questo mondo in cui si sa che se vuoi andare avanti devi quasi comprarteli i titoli, invece che studiare. E i soldi? Dove li prendo? Per giunta, devo anche studiare, mica posso passare la mia vita sui libri fino alla pensione.”

So che pensi, hai pensato e penserai ancora tutto questo, e hai ragione.

Qui ogni cosa, ogni passaggio, ogni step sembra sconnesso dall’altro.

La scuola è completamente slegata dalla realtà, non ha il minimo senso pratico, porta avanti le sue funzioni parlandosi addosso e ripetendoti, ogni santo giorno, che se non prendi bei voti il problema sei tu, perché sei disattento, non studi, non fai nulla, non sei capace di fare nulla. Quante volte te lo hanno detto?

Tante, troppe. Talmente forte da averti convinto a non provarci neanche.

Lo so, certo che lo so.

E dopo la scuola?

Beh, se già una persona si convince di non saper fare nulla lì, perché dovrebbe esser brava fuori. Il lavoro, i corsi post-diploma, sono forse peggio.

Ma sai cosa ti dico, caro mio lettore? Che ogni volta che mi scontro con un ragazzo che questa società ama definire NEET, senza porsi il problema del perché sia finito nella spirale NEET, a me viene in mente solo una frase, mutuata da quello che sento di definire un film intramontabile nella sua semplicità:

Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare.

Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto

Citazione tratta dal film “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino, per essere completi.

Non credo serva aggiungere altro.

Da giovane, 36enne, uscita dal proprio nucleo familiare appena un anno fa, senza ancora un lavoro stabile, dopo 12 anni di precariato, di diverso da te ho solo il fatto che non ho mai smesso e non ti intendo smettere di smazzare finché non arriverò dove dico io.

Di diverso da te, che in cuor tuo sai di non far nulla per cambiare la tua situazione, ho solo che non mi sono fatta mortificare dalla marea di persone, sulla mia strada, che mi hanno detto di non saper fare qualcosa.

Perché come si dice, volere è potere.

E se tutto il mondo sembra non darti possibilità o ti dice che non te la meriti, non sei capace e non vali nulla, io ti dico esattamente il contrario: SEI CAPACE, VALI, PUOI, ma non vuoi. O forse non sai da dove partire.

Beh, a questo punto, dopo averti fatto capire per bene chi sono i giovani NEET, non mi resta che fornirti la famosa soluzione per “uscire dal tunnel”: CDQ FORMAZIONE.

Si tratta dell’Ente di Formazione accreditato presso la Regione Puglia, con cui collaboro da un po’ e, anche se può sembrarti di parte, credimi sulla parola quando ti dico che loro, nei giovani come te, NEET o no, ci credono tanto.

Ci credono a tal punto da non dedicarsi solo a sfornare corsi per giustificare i finanziamenti gestiti o il lavoro svolto, ma lo fanno con l’unica missione di offrire a te, che ancora non sai che pesci prendere, opportunità concrete, quasi sempre gratuite se non addirittura con rimborsi e indennità, per farti accedere al mondo del lavoro dalla via preferenziale, ossia quella del candidato qualificato.

In questo momento, di opportunità per giovani come te ce ne sono tante, molte delle quali prossime all’avvio.

Per cui FORZA, scrollati di dosso questa inutile insofferenza al mondo del lavoro e della formazione, stacca i social per un attimo e digita sul tuo cellulare questo numero 0883 885522 compila il form contatti.

Dall’altra parte troverai uno staff di giovani come te, professionisti, pronti a supportarti e indirizzarti al meglio verso una delle tante occasioni che le Istituzioni ti offrono per rimetterti in gioco e dimostrare a chi ti vede e, forse anche ti vuole, come un giovane NEET, che ci sai fare!

Sono certa che molto presto avrai il riscatto che meriti.

Ti aspetto.

Paola – Responsabile Comunicazione CDQ Formazione